Sono nato in un piccolo villaggio del Camerun. A quel tempo, non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei ritrovato a parlare con voi, o meglio, a raccontarvi la mia storia. Eravamo dieci fratelli e sorelle. Insieme
ai nostri genitori, facevamo tutto in armonia: giocavamo in cortile, mangiavamo dall'enorme piatto unico e costruivamo meravigliosi giocattoli con la polpa delle palme di raffia. Andavamo a scuola ad Akongo, a due chilometri di distanza, camminando a piedi nudi.
I Primi Addii e la Formazione del Carattere
Poi arrivarono i dolorosi momenti dell'addio. Avevo solo dodici anni quando dovetti trasferirmi a Ngomedzap, dove frequentai la scuola media. Ogni mattina percorrevo cinque chilometri a piedi per raggiungere la scuola, spesso senza aver fatto colazione. Sentivo dentro di me una forte spinta a lottare e a uscire dalla mia condizione di povertà. A Ngomedzap, feci ogni tipo di lavoretto per aiutare i miei genitori e sostenere le spese scolastiche. Sono stati momenti fondamentali per la formazione della mia personalità.
MBALMAYO E L'ITALIA
Mbalmayo: Imparare a Dedicarsi agli Altri
Dopo altri addii, dovetti salutare Marlise, Abanda, Atangana, Ngono e tutti gli altri amici, prima di andare a Mbalmayo. Lì frequentai il liceo e poi il collegio Noah. Fu a Mbalmayo che imparai a dedicarmi agli altri: oltre a studiare, mi impegnavo in numerose attività per i più piccoli e per i più poveri.
Fu così che un'organizzazione mi offrì la possibilità di venire in Italia per completare i miei studi. Da allora, non sono più tornato in Camerun. Non perché abbia dimenticato la mia terra, ma perché ho fatto nuovi incontri che hanno cambiato il corso della mia vita. Oggi mi sento legato a due paesi, entrambi parte del nostro pianeta Terra. Posso dire, senza timore di sbagliare, che ogni viaggio porta a un incontro, e che ogni incontro ha il potere di cambiare il nostro destino.
LA MISSIONE
Come Questa Storia È Diventata la Mia Missione Professionale
Quel bambino che camminava a piedi nudi per andare a scuola, che lasciava la sua famiglia a soli 12 anni e che faceva i lavori più umili per pagarsi gli studi, ha capito una cosa fondamentale: l'educazione è l'unica vera ricchezza che nessuno può toglierti.
Ma ha capito anche altro: che il dolore della separazione, la fatica dell'integrazione, la sfida di costruire ponti tra mondi diversi non devono essere vissuti in solitudine.
Per questo, oggi il mio lavoro va oltre il semplice "insegnare l'intercultura". La mia missione è essere un ponte tra mondi, proprio come la vita mi ha insegnato a fare. È trasformare il dolore del distacco in forza per l'incontro. È usare la mia storia per aiutare altri bambini, ragazzi ed educatori a vivere la diversità come una risorsa e non come una barriera.
Ogni volta che entro in una classe multiculturale, rivedo quel bambino camerunense che cercava il suo posto nel mondo. Ogni volta che formo un docente alle metodologie interculturali, condivido gli strumenti che avrei voluto avessero i miei insegnanti.
La mia storia personale è diventata la mia competenza professionale, e la mia missione oggi è far sì che diventi una risorsa per tutti.
Formazione Universitaria
- Laurea in Filosofia - Università Statale di Milano
- Specializzazione Educazione Interculturale - Prof. Duccio Demetrio
- Docente a contratto - Università Milano-Bicocca (2001-2006)
- Dal 1999: Formatore docenti ed educatori
- Dal 2008: Presidente Erranza ASD
- Consulente: Progetti ministeriali inclusione scolastica
- Autore: "Le mappe degli Adinkra"
Musicista “world music / interculturale” con performance, brani originali e progetti di fusione tra culture
Autore/compositore del cd “Dopo il viaggio c’è l’incontro” (2016), con proventi devoluti a progetti sociali
Incisione “Nlo Dzobo” (2003) con il Trio Minlan, esplorando contaminazioni tra musica africana e jazz/sonorità contemporanee
Conduttore di laboratori musicali interculturali nelle scuole (percorsi formativi che uniscono musica, identità e dialogo culturale)
Partecipazioni e collaborazioni in progetti culturali e artistici per promuovere il dialogo tra mondi sonori diversi